Bisogni Educativi Speciali – B.E.S.

I Bisogni educativi speciali – BES  (in altri paesi europei Special Educational Needs) – possono essere definiti come “una qualsiasi forma di difficoltà evolutiva in ambito educativo e di apprendimento, che si manifesta nell’alunno in interazione con l’ambiente per motivi psico-fisici, comportamentali, intellettivi, sociali, emotivi, economici, linguistici (Dichiarazione di Salamanca dell’UNESCO del 1994 – ISCED international standard classification of education del 1997). 

Più di recente, tuttavia, per sostenere l’evoluzione del sistema dei BES e della disabilità a favore di un concetto di educazione più inclusiva, l’UNESCO tende ad utilizzare la locuzione “Education for all” (EFA).

Come indicato nella Direttiva del Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca (MIUR) 27 dicembre 2012  “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica“., nei BES “(…) sono comprese tre grandi sotto-categorie:

  •  disabilità
  • disturbi evolutivi specifici
  • svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale.

Viene presa a riferimento la classificazione ICF (International Classification of Functioning) come strumento per individuare i BES attraverso il profilo di funzionamento e l’analisi del contesto.

Il modello diagnostico ICF dell’OMS infatti considera la persona nella sua totalità in una prospettiva bio-psico-sociale.

Fondandosi sul profilo di funzionamento e sull’analisi del contesto il modello ICF consente di individuare i Bisogni Educativi Speciali, prescindendo da tipizzazioni preclusive, o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario offrire una adeguata risposta individualizzata.

L’area dei BES è quindi molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit e comprende bambini, alunni, studenti che necessitano una speciale attenzione per una varietà di ragioni:

  • svantaggio sociale e culturale
  • disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici
  • difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse.

Tali tipologie di BES devono essere individuate sulla base di elementi oggettivi (ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali), o di considerazioni psicopedagogiche e didattiche (CM n°8 del 6/03/2013).

Nel caso invece di disturbi evolutivi specifici, si deve attivare il canale previsto dalle leggi 53/2003 e 170/2010, che prevedono la predisposizione di piani di studio personalizzati per quegli studenti che presentano un disturbo caratterizzato da profili di specificità pur in presenza di capacità cognitive nella norma. Tra questi disturbi ritroviamo i disturbi specifici di apprendimento (DSA), il disturbo specifico di linguaggio e il disturbo non verbale, lieve disturbo dello spettro autistico, qualora non rientri nella categoria della disabilità, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), il funzionamento cognitivo limite (o borderline).

La Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012  ha individuato alunni e studenti (…) con deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività, con problemi di controllo attentivo e/o dell’attività,  definiti con l’acronimo A.D.H.D. (Attention Deficit Hyperactivity Disorder), corrispondente all’acronimo che si usava per l’Italiano di D.D.A.I. – Deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività.
La presa in carico per ADHD si attua con una sinergia fra famiglia, scuola e clinica.
Il quadro particolarmente complesso – per comorbidità con altre patologie – richiede l’assegnazione del docente di sostegno, come previsto dalla legge 104/92,  tuttavia, in caso di minor gravità del disturbo senza la certificazione di disabilità, coesiste pari diritto tutelato al successo formativo applicando le misure previste dalla Legge 170/2010 per alunni e studenti con disturbi specifici di apprendimento.